Ecco perché la revisione della legge sulla pianificazione territoriale richiede così tanto tempo. Intervista con Adrian Schmid.

28.06.21

Per spiegare i tempi biblici della seconda revisione della legge sulla pianificazione del territorio, Adrian Schmid rileva come spesso nella Berna federale si fanno due passi in avanti e uno indietro. «Un fatto, questo, di cui dobbiamo tenere conto mediante continue attività proprie e l’approntamento di strumenti rilevanti per mantenere la necessaria pressione», ricorda il Presidente del Consiglio di fondazione della Swiss Foundation Democracy, nonché membro del comitato d’iniziativa dell’Iniziativa paesaggio.

Il Parlamento federale si occupa attualmente della seconda fase della revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT2). Tale revisione riguarda principalmente le costruzioni fuori delle zone edificabili. Bisogna agire rapidamente contro la cementificazione incontrollata del paesaggio svizzero, ma sembra che al momento le discussioni sulla revisione della legge prenderanno ancora molto tempo.

Foto Adrian Schmid

Adrian Schmid, Presidente del Consiglio di fondazione della Swiss Foundation Democracy, già Segretario generale di Patrimonio svizzero e membro del comitato d’iniziativa. 

La politica della pianificazione del territorio sembra richiedere tempi lunghi. L’Assemblea federale sta discutendo della seconda revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT2) dalla fine del 2018. È normale?  

Adrian Schmid: 

Non mi meraviglia. Gli intenti della pianificazione del territorio, e della protezione della natura, del paesaggio e dell’ambiente collidono spesso, per loro natura, con gli interessi dell’economia. Laddove le scienze naturali avvertono che le risorse sono limitate, l’economia rivendica una costante crescita. La politica è sempre una tutela d’interessi, questo lo fanno anche gli avversari. Siamo dunque costantemente chiamati a cercare risposte innovative, rispettivamente a creare nuove maggioranze per un’efficace pianificazione del territorio. La natura non ha voce per esprimersi da sé. 

Il concetto del mio paese, della mia terra evoca anche quel senso di appartenenza che sorge rispetto al luogo dove si vive. E dove si vive avvengono trasformazioni. Confrontarsi costantemente con il nuovo è imprescindibile; tuttavia genera sempre una resistenza come quella che abbiamo dovuto sperimentare dolorosamente di recente con il rifiuto della legge sul CO2. 

Il fatto che occorre del tempo fa parte della natura delle leggi?  

L’attuale legge Covid-19 è stata attuata in tempi straordinariamente rapidi. Nel caso della legge sulla pianificazione del territorio, i tempi sono più lunghi. A inizio settembre 2020, le organizzazioni per la protezione della natura e dell’ambiente hanno però depositato l’Iniziativa paesaggio nell’intento di influenzare la revisione della legge sulla pianificazione del territorio nel nostro senso: per bloccare il boom edilizio fuori delle zone edificabili! 

Nel dicembre 2019, il Consiglio nazionale ha deciso di non entrare in materia sulla revisione della legge LPT, e ora la proposta della Commissione per l’ambiente del Consiglio degli Stati (CAPTE-S), attualmente in consultazione, è fortemente criticata in alcuni ambienti. Questa revisione ha ancora una chance?  

La mia esperienza mi insegna che spesso in politica, come detto precedentemente, si fa un passo avanti e uno indietro, in un continuo tira e molla. Diamo uno sguardo al passato: negli anni 70, di fronte a una frenetica attività edilizia e alle sue ripercussioni, il Parlamento federale ha accolto all’unanimità (!), la legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio. Guardando al contesto politico attuale, mi rendo conto che questi intenti sono viepiù esposti ad attacchi politici. Più sono vicini a Palazzo federale, più è evidente la tendenza presso molti decisori politici a marginalizzare i paesaggi rurali. Al contempo, la dispersione insediativa sensibilizza molte persone a una rallegrante resistenza a livello locale e cantonale. 

Da quando il Parlamento dibatte, sono stati costruiti quasi 6000 edifici al di fuori delle zone edificabili, il che corrisponde a circa 2000 edifici l’anno. La questione delle costruzioni al di fuori delle zone edificabili non è urgente? 

La necessità d’intervento per un’estesa protezione del paesaggio e del suolo è estremamente urgente: il 40% della superficie utilizzata a scopo edificatorio in Svizzera si trova al di fuori delle zone edificabili in senso proprio. La distinzione tra terreni edificabili e terreni non edificabili, in quanto principio fondamentale della pianificazione del territorio, è stata ed è così messa in discussione.  

 Quali saranno le prossime tappe per l’Iniziativa paesaggio? L’iniziativa ha qualche probabilità in votazione? 

Nel dicembre 2020, il Consiglio federale ha annunciato che avrebbe ripreso gli intenti dell’Iniziativa paesaggio in un controprogetto indiretto ma nel maggio 2021 ha accolto il controprogetto indiretto della CAPTE-S, rinunciando così al proprio controprogetto indiretto. Ora, possiamo dire che è deludente il rigetto dell’iniziativa popolare da parte del governo nazionale. Oppure, si può dire che un controprogetto indiretto (o diretto) è da considerarsi un primo passo importante. Perché? Sappiamo che dal 1891, di 220 iniziative popolari solo 22 hanno raggiunto la maggioranza alle urne: dunque il 10 percento. Allo stesso tempo, conosciamo le “vittoriose sconfitte”. Elementi fondamentali di un’iniziativa popolare sono state e sono in grado di ottenere il consenso della maggioranza grazie a controprogetti. In questo senso, sono ottimista. 

La legge sulla pianificazione del territorio è entrata in vigore solo nel gennaio del 1980, in risposta alla debordante attività edilizia negli anni di forte crescita dopo la seconda guerra mondiale. È servita poi la pressione dell’Iniziativa costituzionale federale «Spazio per l’uomo e la natura (Iniziativa per il paesaggio-I)» che nella votazione referendaria ha portato all’inizio di marzo 2013 a una netta accettazione da parte dei cittadini aventi diritto di voto della revisione della legge sulla pianificazione del territorio. Si è trattato di una decisione di portata storica. Il Comitato d’iniziativa ha così potuto procedere già prima del voto al ritiro dell’iniziativa popolare. 

Parallelamente, i tribunali hanno potuto migliorare il vincolo giuridico. Per esempio, tramite una sentenza del Tribunale federale che ha giudicato illeciti i cambiamenti di destinazione di edifici rurali storici fuori delle zone edificabili. E siamo di nuovo impegnati sul fronte di un’ulteriore revisione della legge sulla pianificazione del territorio. E’ per questo motivo che abbiamo lanciato l’Iniziativa paesaggio. 

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