La risposta alla domanda “Cosa e come si costruisce?” è decisiva per la qualità di vita. Intervista con Michael Töngi.

01.10.21

I paesaggi e la pianificazione territoriale sono una garanzia di qualità di vita per la popolazione. Dalle pendici del Pilatus, Michael Töngi, presidente della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale e membro del comitato dellIniziativa paesaggio, illustra quello che lui chiama un “mega tema”, un tema che riguarda tutti noi.

Michael Töngi

Michael Töngi, consigliere nazionale, presidente della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale e membro del comitato dell’iniziativa paesaggio.

Ci troviamo qui sulle pendici del Pilatus con lo sguardo rivolto al lago dei Quattro Cantoni. Perché ha scelto questo luogo particolare per l’intervista, Michael Töngi? 

Sono cresciuto su questo pendio e vivo ancora qui. Durante questo periodo sono stato testimone della scomparsa di una fattoria dopo l’altra nella pianura tra Kriens, Horw e Lucerna. Negli ultimi anni si è tornati a parlare della qualità della costruzione; prima, per molto tempo, si è data scarsa importanza alle questioni architettoniche e urbanistiche. Allo stesso tempo, gli edifici nelle zone agricole prealpine sono cambiati: in virtù delle normative, le stalle sono diventate più grandi e in molti posti sono state costruite rimesse aggiuntive e abitazioni bifamiliari.  

Lei è consigliere nazionale e presidente della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni e ha una buona visione d’insieme di tutta la Svizzera. Questa problematica essere osservato anche in altre parti del Paese? 

La pressione è grande ovunque, ma i Cantoni affrontano la questione in modo diverso. Alcuni stanno attuando i dettami federali in modo più rigoroso già da molto tempo, altri lasciano più margine agli ampliamenti e a volte chiudono anche un occhio. Nel caso degli edifici fuori zona edificabile nel Canton Lucerna diverse sentenze del Tribunale federale hanno evidenziato che le autorità sono state troppo permissive nei confronti di edificazioni illegali. È importante che siano date indicazioni chiare a livello nazionale; questo mitigherebbe i conflitti a livello comunale e cantonale.  

Perché la pianificazione del territorio o il suo utilizzo sono temi così importanti in Svizzera in questo momento? Lei dice che si tratta di un megatema. 

L’impatto è evidente: ciò che si costruisce e come lo si costruisce determina la qualità della vita. Tutti ne sono interessati. Se un insediamento offre spazi esterni attraenti, se i bambini possono giocare da soli all’aperto, se posso fare una grigliata con i miei vicini in tutta tranquillità o se tutto ciò risulta molto più anonimo, sono cose che contano per le persone. Inoltre, si aggiungono i cambiamenti del paesaggio proprio fuori dalla porta di casa o durante una passeggiata: le persone li percepiscono in modo molto concreto. Ma la questione dell’uso del suolo ha anche una formidabile dimensione economica. Chi può costruire? Quanto ci guadagna? Devo spendere gran parte del mio reddito per l’abitazione? E dal punto di vista degli inquilini: perché pago un affitto più alto quando i tassi d’interesse sono praticamente a zero? Chi ci guadagna? La questione di chi possiede la terra e di chi ne decide l’uso è antica quasi quanto l’umanità stessa.  

Quindi si tratta di un tema vecchio. La questione dell’utilizzo del territorio si è aggravata di recente? 

Negli scorsi 15 anni in Svizzera abbiamo avuto un boom edilizio. Gli agglomerati in particolare sono cambiati ancora una volta drasticamente. Negli ultimi anni si è discusso ancora più intensamente su come questo dovrebbe avvenire. Allo stesso tempo, vediamo sorgere edifici più grandi nelle zone agricole. Per esempio, con la produzione di pollame, è emersa un’agricoltura che non ha più molto a che fare con il suolo a disposizione. La questione della destinazione dei terreni è oggi molto attuale, motivo per il quale abbiamo votato più volte su questo argomento: l’iniziativa sulle abitazioni secondarie, la legge sulla pianificazione del territorio, l’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti fino all’iniziativa sulle abitazioni.  

L’Iniziativa paesaggio è spesso percepita negativamente dagli agricoltori. Cosa vuole dire alle agricoltrici e agli agricoltori preoccupati? 

La pressione sull’agricoltura è enorme. Tuttavia, la via d’uscita non può essere che ogni azienda agricola venga sempre più ingrandita con elevati investimenti di capitale per finire sommersa dai debiti. A mio parere, occorre più coordinamento e collaborazione tra le aziende agricole per preservare l’agricoltura su piccola scala in Svizzera. Il quadro a tal fine è tracciato dall’Iniziativa paesaggio, che permette alle agricoltrici e agli agricoltori di modernizzarsi, ma impedisce un ulteriore boom edilizio. Trattare con cura la sostanza edificata esistente ed evitare l’impermeabilizzazione e il costante accrescimento delle volumetrie porta vantaggi anche a loro.  

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